Cari ragazzi,

Care ragazze,

leggendo i testi delle tracce della prova scritta di italiano, che in questo momento assorbono le vostre energie, in questa afosa e calda giornata del 19 giugno, il mio pensiero e il mio cuore è a voi, ai miei studenti di 5^, di ogni indirizzo e di tutte le sedi del Polo Messapia, giovani e meno giovani, con una particolare emozione ad immaginare adulti dei corsi serali che hanno vinto la grande sfida della vita di misurarsi con i propri limiti e superare paure e difficoltà di…tornare tra i banchi di scuola, realizzando un sogno nel cassetto.

Il testo di Ungaretti, “Pellegrinaggio” proposta A1 delle tracce d’esame, racchiude un po’ il senso del vostro percorso di studi, puntellato da ostacoli, ma anche da tanti obiettivi raggiunti, momenti di scoramento e afflizione, ma anche da tanti sorrisi, parole di incoraggiamento, consigli, interventi di sostegno per superare il buio di anni difficili, quelli del Covid in primis, di cui ancora tanti di noi conservano i segni tangibili sulla “propria pelle”. Ma Ungaretti, uomo di pena, dice a se stesso, in un dialogo accorato e intimistico, “ti basta un’illusione per farti coraggio/ Un riflettore di là mette un mare nella nebbia”.

Ecco, lascio a voi, in eredità, alla fine di questo lungo percorso di vita, un messaggio che possa accompagnarvi per sempre: tutte le volte che avrete pausa di scegliere, “Abbiate coraggio”, tutte le volte che la vita vi metterà a dura prova, “Abbiate coraggio” di reagire, tutte le volte che vi sembrerà di avere perso una battaglia, una sfida, un’opportunità, “Abbiate coraggio” di ricominciare, perché, come afferma Rita Levi-Montalcini, nel brano tratto dall’Elogio dell’imperfezione, proposta C1 di questo Esame di stato 2024, “né il grado di intelligenza né la capacità di eseguire e portare a termine con esattezza il compito intrapreso, sono (siano) i fattori essenziali per la riuscita e la soddisfazione personale. Nell’una e nell’altra contano maggiormente la totale dedizione e il chiudere gli occhi davanti alle difficoltà: in tal modo possiamo affrontare problemi che altri, più critici e più acuti, non affronterebbero”. Rilevo, in queste affermazioni, una sorta di carezza dell’anima, ancora una volta un incitamento a proseguire la vostra vita, consapevoli che l’imperfezione umana è un valore, e che la felicità, a cui per natura ciascun uomo tende, è un processo di crescita, è un susseguirsi di insuccessi e rivincite, è una condizione costante di sfide perse e tante vinte per prove ed errori.

A tutti voi, dico, siate orgogliosi del risultato raggiunto, perché ciascuno di voi è un capolavoro, indipendentemente dall’esito finale di questo Esame; conservate gelosamente il ricordo dei volti che avete avuto accanto, fate tesoro delle parole dette e, soprattutto, agite con l’esempio, dei vostri docenti, delle persone che avete incrociato nel vostro percorso scolastico, perché con loro e grazie a loro, certamente oggi, potete dire di aver vissuto uno dei periodi più intensi, costruttivi, talvolta difficili della vostra vita, nella certezza che, per tanti di noi, la Scuola, la nostra scuola, non è solo luogo di lavoro, non è solo dovere professionale, è un insieme di valori, di affetti, di tante emozioni che indistintamente si aggrovigliano e riempiono tanto tempo della nostra vita quotidiana e tanto spazio della vita delle nostre famiglie.

Ai vostri docenti dico, semplicemente, “siate orgogliosi di essere stati parte determinante nella costruzione delle coscienze dei nostri giovani, di avere guidato e orientato il loro sentire, di averli aiutati a trovare se stessi o a ritrovare se stessi tra le pieghe più intime della loro anima, spesso assorte nel torpore di un’epoca infausta, o semplicemente siate orgogliosi per aver contribuito a rischiarare le nebbie di un percorso già tracciato, solo offuscato da vuoti, assenze, distrazioni, che attendeva solo …tempi migliori e le persone giuste al posto giusto. E voi lo siete oltre ogni ragionevole dubbio.

Talvolta anche noi siamo sopraffatti dalla fatica, dalla sensazione di non aver fatto abbastanza, di non aver potuto fare di più, di aver sbagliato strategia o intervento, ma poi, arrivano parole come queste che vi consegno, che ristabiliscono la fiducia verso ciò che siamo e ciò che, con passione e dedizione, svolgiamo ogni giorno, il più bel lavoro del mondo:

“Averti incontrato per me è stata una fortuna. Sei stata una persona che non ho mai trovato da nessun’altra parte. Ora ricordo tutti i bei momenti passati insieme e leggere questo scrutinio finale mi fa emozionare in una maniera assurda. Ogni scuola deve obbligatoriamente dare queste opportunità a qualsiasi alunno in difficoltà: io mi trovavo in mare aperto da solo, con tutti i miei pensieri, tutti i miei problemi, tutte le mie paranoie e via dicendo. Parlando al plurale devo ringraziare di cuore innanzitutto la scuola, e in primis la dirigente; poi non ci sono ringraziamenti per te, sei stata una luce immensa che ha fatto luce nel mio cammino, in questo lunghissimo anno scolastico; e come ti dicevo mi hai fatto capire tante cose di te, di me, di quello che dovevo migliorare, ma senza essere pesante, anzi, non mi hai MAI DETTO QUELLO CHE DOVEVO FARE PER ESSERE PROMOSSO, me lo hai solo fatto capire con le tue strabilianti doti da un vero e proprio professionista. Ti voglio bene.”

 Buona Vita, ragazzi e ragazze, e grazie per averci donato un pezzetto della vostra vita che custodiremo nel nostro cuore.

Brindisi, 19.06.2024

Rita Ortenzia DE VITO